Etichette alimentari: ci si può fidare delle scritte sulle confezioni?

Le etichette alimentari sulle confezioni dei prodotti che troviamo al supermercato offrono informazioni nutrizionali utili, ma il problema sta nell'indecifrabilità dei nomi dietro cui si noascondono ingredienti poco sani
Etichette alimentari: ci si può fidare delle scritte sulle confezioni?

Ultimo aggiornamento: 04 agosto, 2018

Sebbene sia importante leggere le etichette alimentari per sapere quali ingredienti contengono i cibi e in quali quantità, è anche vero che non sempre riportano informazioni veritiere al 100%.

Quindi, ci si può fidare o non ci si può fidare delle etichette alimentari? Scopriamolo insieme.

Cosa dicono le etichette alimentari?

Generalmente, queste si trovano sulla parte posteriore delle confezioni e forniscono dati importanti che chiunque acquisti un prodotto dovrebbe conoscere.

Per questo motivo, si raccomanda di leggerle attentamente anche se non si è degli esperti in materia.

Le tabelle nutrizionali contenute nelle etichette includono dati rilevanti, come ad esempio la quantità di grassi, sodio, carboidrati o fibre contenuti nell’alimento in questione. Inoltre, ci informano sulla presenza di alcuni ingredienti che possono essere causa di allergie (come i lattosio o il glutine) e sull’apporto calorico fornito da una singola porzione.

Nel contempo, queste etichette contengono la data di scadenza, i consigli per la conservazione e, qualora ce ne fossero, gli additivi presenti.

Ma ci si può fidare o no?

Quanto è importante leggere le tabelle nutrizionali?

Non tutti i consumatori leggono le etichette nutrizionali e questo è il motivo per cui scegliamo un prodotto piuttosto che un altro senza sapere esattamente ciò che mangiamo. Il fatto che, spesso, non siano al centro dell’attenzione del consumatore fa sì che i produttori di alimenti giochino su alcuni dati o che non informino a sufficienza.

Ad esempio, se una confezione riporta la scritta “con olio di oliva” si potrebbe scoprire, leggendo sul retro, che la percentuale contenuta in quel prodotto può essere molto bassa (meno del 2%). C’è chi scrive “con olio o grassi di origine vegetale”, ma non viene specificato se si tratta di olio di palma o di cocco che sono ricchi di acidi saturi e meno sani dell’olio di oliva o di semi di girasole.

Anche ciò che sta scritto sul davanti della confezione può trarci in inganno. Spesso si legge “senza coloranti né conservanti” e ad una lettura più attenta si scopre che è stato usato il glutammato monosodico, un additivo chimico che esalta il sapore e che, di certo, non può essere considerato né un colorante né un conservante, ma non per questo può ritenersi innocuo per la salute.

Tuttavia, se volete mangiar sano ed evitare alcuni disturbi, possiamo seguire una semplice regola  al momento di fare la spesa: maggiore è la quantità degli ingredienti con un nome “strano”e meno naturali saranno. Con questa regola non vi sbaglierete di certo.

Fate attenzione al numero di questi componenti. Infatti, se ne trovate più di cinque è perché avranno un’alta quantità di sale, zucchero, grassi, conservanti e additivi artificiali. La cosa vale ancor di più se questi ingredienti sono di difficile interpretazione o impossibili da decifrare!

Lo zucchero: l’ingrediente nascosto

lo zucchero è spesso nascosto nelle etichette alimentari

Diversi ingredienti vengono “occultati” per ovvie ragioni, ossia perché non fanno bene alla salute; uno di questi è lo zucchero. Esistono diversi siti dove trovare informazioni utili sulla quantità di glucosio contenuta negli alimenti.

Inoltre, è interessante scoprire come anche alcuni alimenti salati contengano zuccheri! Per fare un esempio, uno yogurt al naturale con marmellata di fragole contiene circa 20 grammi di zucchero ed una merendina fino a 30 grammi. Immaginate quindi quanto zucchero assumerete con questi prodotti innocui a prima vista!

Al fine di nasconderlo meglio, gli vengono dati nomi diversi come: glucosio, sciroppo, destrosio, amido di mais, etc… Tutti carboidrati che possono concorrere all’insorgenza di gravi problemi di salute.

Riassumendo, non si tratta di abbandonare dall’oggi al domani prodotti usati da sempre, né di pensare che siano nocivi per la salute, ma di essere coscienti di ciò che si mette in tavola. Ricordate che nel mondo del marketing non tutto è ciò che sembra.

 

 


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