Che effetti hanno i grassi saturi sul cuore?

Nonostante le credenze popolari, i grassi saturi non hanno un effetto negativo sui livelli di colesterolo né sull'infiammazione. Che effetti hanno sulla salute del cuore?
Che effetti hanno i grassi saturi sul cuore?

Ultimo aggiornamento: 09 febbraio, 2021

I grassi saturi sono tra i nutrienti più vituperati. Per molti anni si è sostenuto che consumarli metteva a rischio la salute cardiovascolare e aumentava il pericolo di infarto o di ictus. Ma gli ultimi studi mettono in dubbio queste affermazioni.

Esistono 2 diversi tipi di lipidi: quelli saturi e quelli insaturi. Sulla base della loro configurazione spaziale, possiamo stabilire un’altra classificazione in due gruppi: acidi grassi cis e acidi grassi trans. Sono questi ultimi che possono avere un effetto negativo sulla salute, non quelli saturi. Vi spieghiamo perché.

Cosa sono i grassi saturi?

I lipidi saturi sono una serie di macronutrienti caratterizzati da una struttura chimica con legami singoli. Normalmente si trovano negli alimenti di origine animale e tendono a essere solidi a temperatura ambiente.

Tuttavia, il loro punto di fusione non è alto. Quando si scaldano, tornano liquidi. Questo incremento della temperatura può modificare la loro configurazione spaziale e renderli nocivi.

Questi grassi sono cattivi per la salute?

Al giorno d’oggi, le ricerche più recenti mettono in dubbio il fatto che i grassi saturi possano aumentare il rischio cardiovascolare. Alcuni di questi, infatti, come quelli presenti nell’olio di cocco, hanno dimostrato di avere effetti protettivi sul cuore.

D’altra parte, per molti anni si è creduto che il consumo di grassi saturi potesse alterare il profilo lipidico del sangue, cioè aumentare il colesterolo. Questo è uno dei motivi per cui si limita il consumo settimanale di uova.

Esempi di alimenti che contengono grassi saturi.

Ma è stato dimostrato che tale influenza non è grande quanto si pensava. È possibile consumare uova e lipidi senza timore di un’alterazione significativa del colesterolo.

Si dubita anche che il colesterolo sanguigno sia davvero un indicatore delle malattie cardiovascolari. Studi più recenti, come quello pubblicato sulla rivista Trends in Cardiovascular Medicine, attribuiscono il rischio di arteriosclerosi all’ossidazione di una piccola frazione di colesterolo LDL, non alla sua presenza nel siero.

Di fatto, si sostiene che un buon apporto di antiossidanti è fondamentale per prevenire variazioni dell’equilibrio  redox che dà origine a una maggior incidenza dell’arteriosclerosi.

Il problema dei grassi saturi

I grassi saturi in quanto tali non rappresentano un problema per la salute, se non in situazioni specifiche. Abbiamo già detto che questi lipidi possono cambiare la propria configurazione spaziale se sottoposti ad alte temperature. Questo li trasforma in grassi di tipo trans, potenzialmente infiammatori.

Tali nutrienti possono interferire nella modulazione dell’infiammazione nell’organismo. Allo stesso tempo, possono anche originare modifiche nel mantenimento del potenziale redox delle lipoproteine, aumentando il rischio di formazione di placche di ateroma che ostruiscono le arterie.

Insomma, sono gli alimenti con alto contenuto di acidi grassi di tipo trans a essere pericolosi per la salute cardiovascolare. Tuttavia, il consumo di grassi saturi crudi o cotti con processi poco aggressivi non creano problemi.

I grassi saturi, nutrienti ingiustamente catalogati

La pancetta contiene grassi saturi.

Per molti anni si è pensato che i grassi saturi avessero effetti nocivi sulla salute. Le ricerche recenti, però, mettono in discussione tale relazione, e considerano questi nutrienti benefici e indispensabili.

Ci sono ancora molte incognite in merito alle patologie cardiovascolari. Il ruolo del colesterolo e il rischio che realmente generano l’infiammazione e l’ossidazione devono ancora essere chiariti. È ormai, però, certo che aumentare il consumo di grassi cis è un fattore protettivo, così come l’attività fisica regolare.

Ecco perché si consiglia di dare la priorità al consumo di alimenti freschi rispetto a quelli lavorati industrialmente. Questi ultimi contengono zuccheri e lipidi trans, nutrienti dannosi per la salute metabolica e per la funzione cardiaca. Più è ridotto il loro consumo, meglio è.

È fondamentale anche evitare anche il consumo di sostanze tossiche, come può essere l’alcool. E promuovere, invece, il consumo di frutta e verdura con capacità antiossidanti.


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