Come curare i lividi da infortuni sportivi

Gli ematomi o lividi si presentano quando il sangue si accumula nei tessuti molli del corpo. Vi spieghiamo cosa sono esattamente e come curarli perché guariscano al più presto.
Come curare i lividi da infortuni sportivi

Ultimo aggiornamento: 15 ottobre, 2020

I lividi da infortuni sportivi sono comuni in quasi tutti gli sport di contatto. I giocatori di rugby, i calciatori e i giocatori di basket hanno sempre qualche livido.

Ma botte e lividi sono comuni anche in chi pratica gli sport individuali ad alto impatto, come l’arrampicata e il tennis a livello professionale, e chi corre su lunghe distanze.

Lividi: cosa sono?

I lividi sono noti anche come ematomi. Consistono nell’accumulo di sangue in alcuni tessuti molli del corpo a causa della rottura dei vasi sanguigni. Il sangue lascia il sistema circolatorio e si deposita sotto la pelle, nel muscolo o vicino l’osso.

Una caratteristica dei lividi è la loro colorazione. Questo colore cambia col passare del tempo a causa della modificazione chimica dell’emoglobina che si trova nel sangue. Il cambiamento di colore denota l’evoluzione e il processo di risoluzione del livido.

A seconda della posizione, esistono tre tipi di lividi:

  • Dal periostio: è l’ematoma più profondo e si trova nell’osso stesso.
  • Intramuscolare: il sangue si raccoglie tra le fibre muscolari; è il segno caratteristico degli strappi muscolari.
  • Sottocutaneo: l’ematoma si trova sotto la pelle. Questo tipo di livido è il più comune.

Sintomi

I lividi si notano subito, sia quando si trovano sotto la pelle che quando sono intramuscolari. L’ematoma periostale non è visibile dall’esterno e può essere rilevato solo attraverso delle radiografie.

Partita di rugby.

Insieme al livido, di solito appaiono dolore e infiammazione. Il dolore si spiega con la pressione che il sangue esercita sulle strutture vicine. Infatti, questo accumulo di liquido sta occupando uno spazio che prima era occupato da altre parti del corpo.

I lividi sottocutanei e intramuscolari sono dolorosi da palpare e aumentano persino la sensibilità della pelle nella regione in cui sono presenti. Alcuni casi non consentono nemmeno l’uso di indumenti sul livido.

L’ematoma intramuscolare di solito è accompagnato da scarsa mobilità. Le fibre del muscolo interessato appaiono alterate e si espandono a causa della presenza del livido, che ne rende difficile l’utilizzo, soprattutto nello sport.

Lo strappo muscolare come patologia da ematoma

Tra gli infortuni sportivi, lo strappo muscolare è uno dei più temuti e frequenti. La rottura delle fibre muscolari è un classico tra le contusioni.

Uno strappo è la rottura del muscolo, in generale di alcune fibre specifiche, a causa di una contrazione improvvisa o un movimento brusco finalizzato allo stiramento. Gli arti inferiori sono i più colpiti, e di conseguenza, i lividi.

Gli strappi muscolari si classificano in tre gradi, a seconda della gravità:

  • Primo: è la forma più lieve di lesione. La regione interessata fa male e potrebbe non presentare un ematoma o essere di dimensioni minuscole, non visibile.
  • Secondo: c’è un ematoma e si soffre di impotenza funzionale del muscolo.
  • Terzo: lo strappo è grande e bisognerà valutare un eventuale intervento chirurgico. Clinicamente, si presenta con lividi estesi che possono richiedere un drenaggio chirurgico.

Eventuali complicazioni dei lividi

Un ematoma generato da un infortunio sportivo può evolversi favorevolmente o complicarsi. In un certo senso dipenderà dall’approccio che viene eseguito immediatamente, come vedremo più avanti.

La complicazione più comune che dovrebbe essere evitata è l’infezione. Un ematoma infetto richiede l’uso di antibiotici e terapia chirurgica per drenare l’area per consentire ai microrganismi colonizzatori e al pus di fuoriuscire verso l’esterno.

Donna che applica impacco su una lesione.

L’altra complicazione temuta è la sindrome compartimentale. Questo quadro clinico consiste nella presenza di segnali e sintomi derivati dalla pressione esercitata sui nervi e sui vasi sanguigni. La sindrome compartimentale deve essere curata in modo adeguato. Se necessario, bisognerà drenare l’ematoma.

Come curare i lividi da infortuni sportivi

I lividi in generale vengono trattati in modo conservativo. La misura iniziale è il riposo, che l’atleta può realizzare immediatamente, fino a quando non avrà ascoltato il parere del medico.

All’inizio, si può scegliere anche di usare gli impacchi a freddo sull’area interessata. L’impacco con ghiaccio va applicato sull’ematoma più volte al giorno, per brevi periodi di tempo, utilizzando un panno che separa la fonte del freddo dalla pelle.

Inoltre, si consiglia di bendare il livido. Il bendaggio non dovrà essere troppo stretto, ma deve comunque esercitare una certa pressione sulla zona per impedire l’espansione del liquido e costringere il corpo ad accelerarne il riassorbimento.

Mai, e in nessuna circostanza, l’atleta deve drenare un ematoma da solo. Solo il personale sanitario specializzato può eseguire questo tipo di intervento quando indicato. Altrimenti, ci sono alti rischi di infezione o complicazioni che possono portare alla sindrome compartimentale.

Anche l’uso di farmaci dovrebbe essere stabilito dal medico. Qualora fosse necessario, verranno valutate la situazione, lo stato di salute e le controindicazioni per scegliere il farmaco appropriato.


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