Lesioni ai muscoli ischiocrurali: sintomi e trattamento

I muscoli ischiocrurali si trovano nella parte posteriore della coscia. Sono di grande importanza per gli atleti e a volte, purtroppo, sono anche soggetti a lesioni.
Lesioni ai muscoli ischiocrurali: sintomi e trattamento

Ultimo aggiornamento: 04 agosto, 2020

I muscoli ischiocrurali sono l’insieme delle fibre muscolari che si trovano nella parte posteriore della coscia. Anche se vengono nominati e studiati tutti insieme, in realtà si tratta di tre muscoli diversi. Questi tre muscoli sono:

  • Bicipiti femorali (capo lungo) nella parte laterale;
  • Muscolo semitendinoso, nella parte mediale;
  • Muscolo semimembranoso, nella parte mediale.

Questi muscoli nascono nel bacino e, da lì, si fanno strada fino al ginocchio, per inserirsi successivamente nella parte posteriore della coscia. Sono fibre muscolari forti, con un grande potere di contrazione.

Tuttavia, per quanto siano forti, le probabilità di subire lesioni è piuttosto alta. Queste lesioni possono essere contratture, rotture e distensioni. Queste ultime sono le più frequenti tra gli atleti.

Gli atleti più colpiti sono i calciatori, i giocatori di basket e i giocatori di tennis. Ad ogni modo, qualunque tipo di attività fisica che comporta degli arresti e delle partenze improvvisi può danneggiare questi muscoli.

Fattori di rischio

Come abbiamo detto, gli atleti che soffrono maggiormente di lesioni ai muscoli ischiocrurali sono quelli che giocano a calcio, a basket e a tennis. Sono a rischio anche gli atleti che praticano altri sport in cui vi è un sovraccarico su questi muscoli a causa di arresti o partenze improvvise.

Gli altri fattori di rischio sono:

  • Lesioni precedenti al tendine del ginocchio: una volta che questi muscoli sono già stati danneggiati, è più probabile che la lesione si ripeta. Pertanto, la riabilitazione è essenziale.
  • Mancanza di flessibilità: ci sono persone che, congenitamente, hanno i muscoli poco flessibili. Questa condizione non è patologica, ma aumenta la probabilità di subire lesioni ai legamenti a causa di uno sforzo muscolare.
  • Squilibrio: questo concetto è fonte di dibattito tra gli scienziati e gli esperti di scienze dello sport. Potrebbe generarsi uno squilibrio nella coscia se l’esercizio praticato sforza di più i muscoli anteriori, come i quadricipiti, e meno quelli posteriori. Esercitando maggiore forza sulla coscia, il sovraccarico potrebbe danneggiare i muscoli.
Le lesioni ai muscoli posteriori della coscia sono comuni nel calcio.

Classificazione delle lesioni ai muscoli ischiocrurali

La distensione dei muscoli ischiocrurali è la lesione più frequente di questo gruppo muscolare. Tuttavia, non tutti i tipi sono uguali. Esistono diversi livelli di gravità:

  • Primo grado: si tratta di uno stiramento leggero. I sintomi includono un certo disagio, ma la mobilità dell’arto inferiore non viene compromessa. È possibile continuare a fare attività fisica e anche il dolore potrebbe non essere troppo fastidioso fino a pochi giorni dopo la lesione. Di solito si consiglia di curarlo con gli impacchi a freddo.
  • Secondo grado: è una lesione di gravità moderata, con rotture del muscolo. È più dolorosa di quella di primo grado e può essere accompagnata da infiammazione ed edema. Non appena si verifica l’infortunio, l’atleta lo percepisce immediatamente ed è costretto a interrompere l’attività fisica.
  • Terzo grado: l’infortunio può essere classificato come grave. Le fibre muscolari e l’area risulteranno danneggiate, aumentando di gravità giorno dopo giorno. La capacità di muoversi sarà compromessa e il dolore vi costringerà a interrompere qualsiasi attività.

Trattamento per le lesioni ai muscoli ischiocruriali

Per diagnosticare una lesione ai muscoli ischiocruriali, è necessaria un test specifico o una radiografia. Può essere un’immagine dei tessuti molli o una risonanza magnetica. Lo scopo è osservare un cambiamento delle fibre muscolari interessate, sia che si tratti di una distensione che di una rottura.

Ragazza fa esercizio con un macchinario per le cosce.

Sebbene in alcuni casi i sintomi possano dirigere la diagnosi medica, si consiglia di confermarla con una radiografia. Una volta stabilita l’esistenza della lesione, inizierà il trattamento.

La prima misura da adottare sarà il riposo. Gli atleti dovranno interrompere l’allenamento per almeno una settimana. A seconda della lesione, il medico stabilirà se è il caso di continuare a riposare o meno. Inoltre, sono indicati bendaggi, impacchi a freddo e si consiglia di tenere il piede sollevato.

Queste misure dovrebbero alleviare il dolore durante la prima settimana, quando è più intenso. A seconda dei casi, il medico potrebbe prescrivere un antidolorifico o un antinfiammatorio per placarlo.

Quando il dolore scompare, comincia la terapia di riabilitazione, che si divide in due fasi. Durante la prima fase, lo scopo è rafforzare il muscolo, in modo che le fibre recuperino la forma originaria.

Durante la seconda fase, ci si concentra sul ricondizionamento muscolare per lo sport specifico. In questo caso, l’approccio sarà diverso a seconda dello sport: la terapia di un calciatore sarà diversa da quella di un tennista, ad esempio.

Solo i casi molto gravi richiedono un intervento chirurgico. Si tratta di eventi eccezionali che per fortuna non sono molto frequenti. Ad ogni modo, sarà il medico a valutare e decidere.


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