Il doping nella boxe: cosa dice la WADA

Accuse recenti hanno messo il doping nella boxe nell'occhio del ciclone. In questo articolo vi diciamo qualcosa di più su questo spinoso argomento.
Il doping nella boxe: cosa dice la WADA

Ultimo aggiornamento: 10 settembre, 2020

Nonostante tutti i momenti indimenticabili che ci ha regalato, la boxe ultimamente figura in una classifica poco lusinghiera. Secondo la WADA (l’Agenzia Mondiale Antidoping), il pugilato è tra le 10 discipline con il maggior numero di casi di doping positivo nella storia dello sport. In questo articolo, vi diremo di più sul doping nella boxe.

È difficile rilevare il doping nela boxe?

Alla fine del 2017, il mondo dello sport è stato scosso dalla scoperta allarmante di due medici della WADA. Secondo i due studiosi, un gruppo di ricercatori stava utilizzando le conoscenze e le tecnologie della terapia genetica per ottenere un doping difficile da rilevare.

Per scoprire cosa stava succedendo, è stata analizzata l’iniezione volontaria di un virus nel corpo di un pugile, in grado di modificare le sue informazioni genetiche.

Il discorso di Nicholas Rizzo e Raúl Saucedo durante la 96ma Convention annuale della World Boxing Association ha dipinto un quadro completamente nuovo e piuttosto desolante, dimostrando che i test di laboratorio e i regolamenti sportivi a volte non tengono conto delle nuove metodologie e tecniche del doping nella boxe.

Da un lato, le lacune tecnologiche hanno impedito ai laboratori della WADA di rilevare casi come il cosiddetto “doping genetico“. Dall’altro, anche se fosse stata rilevata la presenza del virus nel corpo del pugile, una squalificazione era comunque ritenuta improbabile.

Doping: uomo si fa una puntura nel braccio.

Questo tipo di doping non è espressamente vietato dalla legislazione sportiva o dai codici dell’Agenzia mondiale antidoping. Si tratta quindi di una scappatoia nei regolamenti?

Pertanto, la prevenzione e il futuro del doping nella boxe dipenderebbero inevitabilmente dal progresso della scienza e della medicina dello sport. Lo stesso vale per l’aggiornamento dei testi legali e delle norme etiche che regolano la pratica dello sport a livello internazionale.

Questioni legali: meglio aggiornare i regolamenti

Il caso sopra è un ovvio esempio del fatto che le questioni legali legate al doping nella boxe devono essere aggiornate costantemente. Non è logico pretendere che, in un mondo che cambia sempre più rapidamente, le leggi e i regolamenti rimangano sempre gli stessi. Va considerato che sia lo sport che l’atleta saranno in continua trasformazione, perché seguono il ritmo della società.

Se parliamo nello specifico di doping, vediamo chiaramente come l’ammodernamento del concetto stesso abbia consentito progressi significativi nella sua prevenzione. Tradizionalmente, il doping era interpretato come l’uso di metodi, elementi o sostanze chimiche vietati o non regolamentari.

Ma nel corso degli anni e con l’emergere di nuove metodologie, il doping ha assunto una dimensione più ampia in ambito sportivo. In seguito alla pubblicazione del Codice mondiale antidoping da parte dell’Agenzia mondiale antidoping (WADA-AMA), il concetto ha iniziato a comprendere qualsiasi atto che viola le regole antidoping nello sport.

Questa comprensione più ampia ha anche permesso di parlare legalmente di doping al di là delle performance atletiche. Da diversi anni anche allenatori, medici sportivi e altri membri dello staff tecnico, medico e dirigente possono commettere il reato di doping.

Medico che prescrive farmaci al paziente.

Cosa viene considerato doping nella boxe?

Fondamentalmente, qualsiasi pratica o atto che viola le regole del Codice mondiale antidoping è considerato doping. Ecco alcuni esempi che possono essere classificati come doping sportivo:

  • Usare metodi o sostanze proibite – o tentare di farlo – durante le competizioni o gli eventi sportivi.
  • La presenza di sostanze proibite nel sangue, nelle urine o in altri fluidi corporei dell’altleta.
  • Rifiutarsi di fornire campioni o eludere studi clinici/medici senza giusta causa.
  • Fare qualsiasi tipo di inganno o frode nei controlli e negli studi, nonché modificare i risultati.
  • Non presentarsi alle prove programmate fuori concorso.
  • Acquistare, vendere o possedere sostanze illegali (o tentare di farlo).
  • Facilitare, applicare o prescrivere sostanze chimiche proibite agli atleti, nonché incoraggiarli o indurli a consumarle, acquistarle, venderle o fornirle ad altri atleti.
  • Fondare, promuovere o partecipare al consumo di sostanze vietate.
  • Agire in qualità di complice di uno qualsiasi dei comportamenti sopra menzionati, coprendo o non segnalando tali infrazioni alle autorità competenti.

A seguito delle controversie sul doping genetico nel pugilato, la WADA è stata costretta ad aggiungere anche la terapia genetica alla sua lista dei divieti.

Attualmente secondo la WADA, coloro che praticano “l’uso non terapeutico di cellule, geni o elementi genetici, o della modulazione dell’espressione genetica, al fine di migliorare le prestazioni atletiche, possono essere inclusi nel reato di doping”.


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